martedì 7 febbraio 2017

Carte modificate




Fino al diciannovesimo secolo la carta era un bene raro e costoso e perciò riutilizzata. In particolare le carte da gioco scompagnate o sciupate venivano riutilizzate per differenti usi: carte da visita, contratti (immagine qui in basso), ricevute di prestiti, piccola corrispondenza, inviti, note,… Alle volte venivano addirittura ristampate per diventare certificati o diffondere testi politici o libelli.




Il retro di una carta da gioco in carta vergata poteva dunque diventare il certificato di buona salute di un trovatello, un ordine d’arresto oppure un avviso di recrutamento militare, un buono per l’acquisto di pane o anche, durante la Rivoluzione Francese, poteva sostituire la cartamoneta (immagine qui in basso)


Sempre a quest'epoca appaiono le carte bucate, che testimoniano del diritto acquisito dal popolo di tagliare gli alberi, fino ad allora privilegio esclusivo della nobiltà. Forare equivale a ricordare e ogni buco corrisponde ad un albero abbattuto. Una carta da gioco tagliata veniva lasciata a volte tra gli effetti personali di un neonato abbandonato. Se in seguito i genitori volevano recuperare il bambino, dovevano esibire la metà della carta tagliata. Tutti interessanti riutilizzi slegati dallo scopo originario del gioco...
Sono così state ritrovate su carte da gioco note di Molière, Napoleone o liste d'invitati scarabocchiate da Luigi XIV (immagine in basso).
 

Esiste una collezione di carte da gioco chiamata Berthelin-Fromageot, conservata negli archivi dipartimentali della regione francese dell'Aube, che riunisce carte da gioco utilizzate dai commercianti di tele della regione tra il XVII e il XIX secolo. Si vedono soprattutto i conti dell'azienda, ma alle volte accompagnati dai pensieri più diversi. Carte promemoria, dalle annotazioni futili o pratiche, l'equivalente dei nostri taccuini o post-it moderni.


Le più celebri carte riutilizzate rimangono quelle di Jean-Jacques Rousseau (immagini qui sopra e subito sotto). Ventisette carte da gioco sulle quali il filosofo aveva preso delle note, probabilmente durante le sue passeggiate per erborizzare. Trovate tra le sue carte alla morte dal marchese de Girardin, esse furono consegnate a Du Peyrou e da questi conservate. Scritte a inchiostro o matita (a volte poi ripassata con inchiostro) queste carte costituiscono degli abbozzi per le Rêveries du promeneur solitaire.

Si conservano oggi alla Biblioteca di Neuchâtel (dove Rousseau visse tra il 1763 e il 1765) con altri manoscritti, la corrispondenza, alcuni libri e gli erbari del filosofo svizzero.

Momenti di vita, drammatici o leggeri, fissati su carte da gioco... Non ci si può impedire di pensare in modo ironico al fuggevole, a volte surreale, destino degli essere umani.


Carte 24 (recto et verso)
: «Qu’on est puissant, qu’on est fort quand on n’espére plus rien des hommes. Je ris de la folle ineptie des méchans quand je songe que trente ans de soins, de travaux, de soucis, de peines ne leur ont servi qu’à me mettre pleinement au dessus d’eux.»
Carta 24 (recto e verso) “Come si è potenti, come si è forti quando non si spera pnulla dagli uomini. Rido della folle stupidità dei cattivi quando penso che trent’anni di premure, di attività, di crucci, di pene non son serviti che a mettermi completamente al di sopra di loro.”
(La traduzione è mia).